Cane che morde uomo non fa più notizia, ma una sentenza che sull’integrativa riconosce la convenienza delle farmacie rispetto all’appalto merita sempre il titolo di apertura, anche se non è la prima a dirlo. Il tribunale che ha firmato la decisione è il Tar della Sardegna e il testo è di lunedì scorso: tutto nasce dal ricorso presentato nel 2011 da un’impresa privata per impugnare l’accordo sulla diabetica tra Asl di Sassari e Federfarma provinciale. Secondo la ditta, in sostanza, l’Azienda sanitaria avrebbe dovuto assegnare il servizio tramite gara pubblica di appalto, ma i giudici del Tar hanno rigettato il ricorso «per infondatezza nel merito». Secondo il Tribunale, infatti, l’accordo era stato approvato con delibera che faceva riferimento «ai risparmi di spesa» già assicurati dall’intesa precedente, da cui la conferma «della validità del sistema». Con il rinnovo dell’accordo sull’integrativa, dunque, l’Asl si è assicurata «un congruo risparmio di spesa non inferiore a quello conseguito con la stipula di apposite gare d’appalto e a quelli consentiti dalle convenzioni Consip». In più, ha osservato ancora il Tar, a parità di servizio la distribuzione in farmacia «garantiva un maggior gradimento da parte dell’utenza» considerata «la rete delle farmacie sul territorio». L’intesa Asl-Federfarma, inoltre, non comporta lesioni del principio comunitario di libera concorrenza «in quanto la scelta attuata non si configura come una trattativa privata, ma come un accordo economicamente migliorativo rispetto a condizioni già definite».
Come si ricorderà, non è la prima volta che un Tribunale “certifica” convenienza ed efficienza della distribuzione in farmacia. L’intervento più autorevole è certamente quello del Consiglio di Stato del 28 ottobre scorso, che gli stessi giudici sardi richiamano nella loro sentenza. Anche in quel caso la vicenda nasceva dal ricorso di un’impresa privata – stavolta campana – contro un accordo regionale sull’integrativa. La scelta di ricorrere alle farmacie, aveva detto nell’occasione la Corte, «appare del tutto legittima e armonica rispetto al quadro normativo del settore» in quanto assicura «un’efficiente distribuzione dei presidi per i diabetici».