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Conferenza Stato-Regioni, raggiunta l'intesa: in sanità 2,6 miliardi di tagli, entro il 31 marzo si deciderà dove colpiranno, e quanto

È stata finalmente raggiunta, ieri, l'intesa tra Stato e Regioni sui tagli alla sanità, necessari per dare seguito ai "risparmi" coatti di 4 miliardi imposti alle Regioni dalla Legge di Stabilità 2015. L'accordo è stato chiuso, dopo due mesi di confronto anche aspro, sulle cifre che le Regioni avevano già da tempo rappresentato, almeno nel loro "quantum":  2,637 miliardi di tagli totali al fondo sanitario, quali a carico delle Regioni a statuto ordinario, 352 milioni per quelle a statuto speciale e 285 milioni per l'edilizia sanitaria.
"Le Regioni hanno affrontato responsabilmente il compito gravoso imposto dalla Legge di Stabilità. Se il Governo conferma il testo proposto si arriverà quindi ad una condivisione” ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ricordando che i tagli complessivi chiesti alle Regioni assommano a 5 miliardi e 250 milioni, perché alle misure della manovra di bilancio 2015 si aggiungono quelle ereditate dai precedenti governi. Inevitabile, dunque, spiega il presidente della Conferenza delle Regioni, "che oltre al mancato incremento del Fondo sanitario si andrà a toccare il Fondo di Sviluppo e coesione e in parte altri fondi di trasferimento.
L' intesa è stata raggiunta sul "saldo" complessivo dei tagli e prevede che le Regioni, entro il 31 marzo,  individuino "le misure di razionalizzazione ed efficientamento della spesa del Ssn" necessarie per conseguire i "risparmi".
In soldoni: le Regioni dovranno stabilire nel giro di un mese quali poste di spesa e in che misura tagliare, con la possibilità di poter conseguire  "il raggiungimento dell'obiettivo finanziario intervenendo su altre aree della spesa sanitaria, alternative rispetto a quelle individuate dalla citata Intesa da sancire entro il 31 marzo 2015, ferma restando la garanzia del raggiungimento dell'equilibrio di bilancio del proprio Servizio sanitario regionale, assicurando, in ogni caso, economie non inferiori a 2.352 milioni di euro alle quali corrisponde una conseguente rideterminazione delle risorse individuate dall'art. 1, c. 556, della legge n. 190/2014.".
Le Regioni, però, non fanno mistero di ritenere quello imposto dalla Legge di Stabilità un sacrificio molto pesante, che può essere accettato, con molta fatica, soltanto se verrà limitato all'anno in corso: "L'auspicio, anzi l'impegno, è quello di lavorare con il Governo perché questo taglio si riferisca solo ed esclusivamente al 2015 e sia concordato con un'Intesa in Stato-Regioni" chiarisce al riguardo Chiamparino. " Per un anno si può infatti accettare un onere di questo genere, ma tenendo conto della necessità di garantire nuovi farmaci salvavita e la definizione dei nuovi Lea, la corda può essere tirata solo nella prospettiva di tornare a lavorare per garantire nel 2016 il livello di finanziamento previsto dal Patto per la salute o comunque - ha concluso il presidente della Conferenza delle Regioni  - di dimensioni quantitative che consentano di far fronte alle due esigenze che ho prospettato: il giusto allargamento dei Lea e l'ampliamento dei farmaci salvavita».
L'intesa è stata firmata da tutti i presidenti di Regioni e Province autonome, tranne il Veneto, che ha disertato la Conferenza, avendo già annunciato il giorno prima  di aver opposto ricorso davanti alla Corte costituzionale contro la Legge di Stabilità 2015, definita dal "governatore" Luca Zaia una  "mannaia, che ancora una volta colpisce i virtuosi, non incide sugli sprechi dove ci sono, non viene nemmeno sfiorato dall'idea che l'unico modo per recuperare equamente risorse sia l'applicazione rigorosissima dei costi standard."
 
 
 

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