Cossolo: DDL concorrenza, non impoveriamo le Farmacie più fragili.

diretta – attraverso le strutture pubbliche, più lontane dai malati e con orari di apertura limitati - con il sistema della distribuzione per conto, attuato tramite la rete delle farmacie, sempre accessibili, con un professionista disponibile a dare informazioni. I vantaggi di trattare il malato sul territorio non sono solo sul fronte dei costi ma anche dei benefici per il paziente cronico, solitamente anziano, che può rimanere a casa ed essere seguito dalla farmacia e da altri operatori sanitari. Già oggi i cronici assorbono la grande maggioranza della spesa sanitaria e la tendenza è in continuo aumento. Una farmacia più coinvolta nel SSN può monitorare le terapie, assicurarsi che siano seguite nel modo giusto, evitando costi inutili come i ricoveri dovuti all’abbandono delle terapie o alla non aderenza. La farmacia può contribuire alla salute,
oltre che al pareggio dei bilanci pubblici, anche facendo educazione sanitaria o promuovendo quella prevenzione primaria che dà grandi risultati in termini di minori malattie e interventi tempestivi, quindi meno costosi per il SSN e meno invasivi per il cittadino. La nuova Convenzione avrà un ruolo fondamentale e, in quest’ottica, Federfarma ha commissionato studi e sperimentazioni per individuare come coinvolgere le farmacie nell’assistenza ai cronici. Con il DDL Concorrenza come cambia la distribuzione dei
farmaci ed il sistema dei punti vendita? E’ prevedibile che le grandi catene puntino a acquisire le proprie farmacie in zone altamente remunerative e promuovere politiche commerciali molto aggressive, con il rischio di provocare l’impoverimento dell’intera rete farmaceutica, danneggiando le farmacie più fragili ma
soprattutto i cittadini delle zone che, a quel punto, rischiano di essere meno servite.
Secondo Federfarma, la nuova normativa garantisce la tutela dei consumatori? No, la legge così come è stata approvata, senza sufficienti paletti, non garantisce i cittadini, perché il limite del 20% del numero di farmacie che a livello regionale possono essere di proprietà di un unico soggetto permetterebbe a sole 5 grandi società di impossessarsi di tutto il servizio farmaceutico e di fare il buono e il cattivo tempo. Inoltre, per garantire un approccio professionale, sarebbe stato necessario prevedere la presenza di farmacisti all’interno della compagine societaria. Oggi l’assistenza farmaceutica – malgrado alcune disomogeneità assistenziali dovute alle scelte regionali – è sostanzialmente analoga in tutto il Paese e soprattutto è capillare ovunque.
Domani potrebbe essere ancor meno omogenea e a farne le spese sarebbero i cittadini delle zone più disagiate. Quali opportunità possono nascere dallo sviluppo della “rete delle reti” prevista dal progetto di Federfarma e Federfarma Servizi? Con tale iniziativa intendiamo supportare le farmacie che vogliono rimanere indipendenti per renderle competitive nel nuovo scenario economico. Una società di consulenza sta studiando la situazione esistente per valutare le esperienze migliori operanti sul territorio e arrivare a definire un modello di rete efficace, efficiente e professionale. Un emendamento al DDL prevedeva la liberalizzazione dei farmaci di Fascia C: qual è la posizione di Federfarma? Federfarma è assolutamente contraria alla ricetta fuori farmacia. Abbiamo più volte illustrato le ragioni di questa opposizione cosicché i decisori politici hanno compreso che l’uscita della ricetta dalla farmacia avrebbe conseguenze pessime sul sistema. I primi a risentirne sarebbero i cittadini per lo scadimento del servizio. Più di una sentenza ha già
confermato la validità delle legga italiana. D’altronde non esistono Paesi in cui la ricetta viaggia fuori farmacia. Alla luce del DDL Concorrenza, come cambierà la “farmacia dei servizi”? Indipendentemente dal DDL continuerà a rafforzarsi. La sanità si sta digitalizzando per razionalizzare le risorse, ridurre i costi di gestione, snellire gli adempimenti burocratici e le farmacie sono all’avanguardia nel processo di informatizzazione, come dimostra anche il successo della ricetta elettronica. Sono dotate di strumenti informatici che consentono di erogare servizi innovativi nella massima trasparenza e sicurezza e
a costi controllati. Per esempio la telemedicina consente di effettuare monitoraggi cardiaci nella farmacia sotto casa, refertati da uno specialista collegato telematicamente. Anche grazie a tale elevato grado di informatizzazione, la farmacia svolge un ruolo essenziale per garantire al SSN e alle Regioni un sempre più razionale utilizzo delle risorse disponibili e per portare la sanità più vicina al cittadino. La capillarità sul territorio, come anche la capacità di dialogo e la fiducia che i cittadini hanno nel farmacista, permette alle 18mila farmacie di essere soggetti indispensabili nella buona riuscita di una campagna di educazione sanitaria o di screening.