» Farmacie ospedaliere e dispensazione farmaci, da Cittadinanzattiva fotografia del servizio
 

Farmacie ospedaliere e dispensazione farmaci, da Cittadinanzattiva fotografia del servizio

Il 70% dei cittadini è soddisfatto del servizio pubblico della farmacia ospedaliera, per il personale professionale e disponibile e per l'accesso ai farmaci sufficientemente garantito, ma orari di apertura, informazione e comunicazione alla consegna delle terapie sono due aree in cui il servizio è da migliorare: una su tre è aperta almeno sei giorni a settimana ma solo una su quattro garantisce l'orario continuato e per le informazioni il cittadino afferma di riceverle più dal proprio medico (nel 52% dei casi) che dal farmacista (38%). Su questi aspetti pesa la carenza di personale che interessa per il 43% il servizio di erogazione al pubblico e per il 63% le aree di counseling, informazione e comunicazione. Ecco il quadro che emerge dal Monitoraggio civico delle farmacie ospedaliere. Focus sulla distribuzione dei farmaci, presentato oggi a Genova da Cittadinanzattiva nell'ambito del 40° Congresso nazionale Sifo in corso a Genova.

Elementi di forza, punti di debolezza e standard di qualità

Una fotografia, come spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva per «capire gli elementi di forza e i punti di debolezza e ragionare su standard di qualità. Quello che sta a cuore - aggiunge - alla nostra organizzazione è che, durante tutto il percorso di cura, sia garantito l'accesso alle terapie farmacologiche in qualità, in sicurezza e in tempi certi e celeri. Dai dati abbiamo rilevato che ci sono fattori che ostacolano e rallentano l'accesso ai farmaci e ai dispositivi; è prioritario, quindi, attivare azioni di miglioramento che puntino a costruire un servizio sempre più attento e più a misura di cittadino». «Il Monitoraggio ci indica qualcosa di chiaro - commenta Simona Serao Creazzola, presidente Sifo - il paziente e la sua famiglia si attendono cose specifiche dal farmacista ospedaliero, riconoscendogli un ruolo di riferimento nell'ambito del percorso di cura. Come dicono le cifre della ricerca, i malati si attendono e chiedono al farmacista ospedaliero una maggiore presenza proattiva rispetto all'informazione sull'uso razionale e appropriato del farmaco, all'attività di promozione dell'aderenza alle terapie, al counselling ed alla riconciliazione terapeutica. È sempre più evidente che proprio su questi bisogni si può creare quella nuova fiducia professionale di cui abbiamo tutti bisogno per un Servizio sanitario rinnovato e a misura di persona». L'indagine è stata realizzata su un campione di 1.233 i cittadini coinvolti, provenienti da tutta Italia (tranne la Valle d'Aosta) e 69 i Direttori responsabili del servizio (163 strutture/punti di erogazione raggiunti). E questi i risultati.

Accesso ai farmaci e dispositivi ospedalieri

L'86% dei cittadini dichiara che farmaci o dispositivi sono stati erogati nei tempi stabiliti dalla prescrizione, a un paziente su due è capitato che fossero indisponibili ed due direttori del servizio su tre dichiarano che talvolta si registrano ritardi, dovuti per lo più a carenze o lentezza degli uffici amministrativi (67%) o ai tempi di inserimento dei prodotti nel Prontuario terapeutico (51%). Un cittadino su 10 ha dichiarato di aver avuto bisogno di un farmaco o dispositivo in orari di chiusura della farmacia, ma oltre due su tre sono riusciti comunque a reperirlo entro i tempi della prescrizione. E comunque oltre il 60% dei Direttori afferma che le dimissioni sono programmate negli orari di apertura della farmacia ospedaliera. Il 35% delle farmacie è aperto infatti almeno sei giorni a settimana e il 39% almeno cinque. Soltanto una su quattro fa orario continuato e la consegna della terapia al domicilio è attiva nel 58% delle farmacie, sebbene solo nel 37% sia prevista una figura professionale che si reca al domicilio del paziente per la somministrazione o informazione sulla terapia. Ruolo del farmacista: sicurezza delle cure Per oltre il 90% dei Direttori intervistati, l'informazione/comunicazione sul corretto utilizzo del farmaco/dispositivo rappresenta l'attività per la quale il farmacista ospedaliero ha ruolo e una funzione preminenti, oltre al monitoraggio intensivo dei farmaci innovativi e alla compilazione dei registri AIFA (83%); alla garanzia dell'uso sicuro dei prodotti e alla farmacovigilanza (77%). Ed ancora rispetto all'uso razionale e appropriato del farmaco (62%); all'attività di promozione dell'aderenza alle terapie, il counseling (rispettivamente 49% e 38%) e alla riconciliazione terapeutica (36%). Elevata l'attenzione alla prevenzione e gestione del rischio clinico, in particolare, per la conservazione dei farmaci (67%) e per il trasporto appropriato (62%). Anche rispetto alla prevenzione/gestione di errori in terapia, sono previste specifiche procedure come la disposizione separata in magazzino (81%) e nei carrelli (36,2%); la procedura su modalità di scrittura/uso di abbreviazioni (59%) e etichettatura dei prodotti (23%), fino alla verifica dell'associazione paziente-farmaco/dispositivo (46%).

Informazione e comunicazione ai cittadini

Sebbene oltre il 90% dei Direttori del servizio dichiari di svolgere attività di counseling e che a farlo siano quasi sempre gli stessi farmacisti (98%), allo stesso tempo, nel 62% dei casi dichiarano che la struttura non è dotata di un ambiente dedicato. Questa attività risente molto della una carenza di personale (64%). Secondo il 71% dei cittadini intervistati le informazioni che ricevono sulle modalità di assunzione o utilizzo dei farmaci e dispositivi sono esaustive; mentre il 23% dei cittadini dichiara di non ricevere alcuna informazione. Poco meno della metà lamenta che sono poco utilizzati strumenti come promemoria, materiali scritti e di facile comprensione. Bene sui tempi di attesa, infatti, prima di essere ricevuti allo sportello della farmacia ospedaliera/ASL per la consegna del farmaco/dispositivo, il 90% dei cittadini aspetta al massimo mezz'ora.

Umanizzazione e comfort delle strutture

Le strutture sono servite dal trasporto pubblico (97%) e dotate di parcheggi (86%), di cui nel 35% a pagamento. Esiste ancora un 11% di servizi che presenta barriere architettoniche o ostacoli fisici. E all'interno dell'85% delle strutture osservate, non sono presenti percorsi (ad es. tattili) per non vedenti e ipovedenti non accompagnati. Più della metà degli osservatori (62%) constata la presenza di un bagno per disabili nei pressi della farmacia. Dal punto di vista del comfort dell'ambiente in cui attendono le persone, i monitori dichiarano posti a sedere integri (74%) e in numero sufficiente (66%); è presente un sistema di climatizzazione nel 73% dei casi. I monitori hanno osservato segni di fatiscenza alle pareti nel 23% delle strutture.

Carenza di personale

Risentono maggiormente di carenza di personale le aree/attività di counseling, di informazione e di comunicazione (64%); segue l'allestimento delle terapie (55%); il servizio di erogazione al pubblico (43%); l'attività di gestione del magazzino centrale o periferico (39%), la gestione amministrativa del servizio (32%) e, infine, la preparazione delle consegne ai reparti (26%). Ed infatti, mancano farmacisti ospedalieri (lo dichiara l'83% dei Direttori); c'è carenza di magazzinieri (64%); di personale amministrativo (54) e informatico (42%) per la gestione amministrativa. C'è meno bisogno di infermieri (24%). Oltre il 75% dei Direttori afferma che negli ultimi 3 anni è stata effettuata una ristrutturazione/riorganizzazione del servizio che, a detta degli stessi, in oltre due casi su tre ha prodotto un miglioramento della qualità del servizio e benefici alle persone.
 
 

fonte:

Farmacista 33

 
 

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