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Prescrizione del farmacista, in Francia diventa realtà. Petrosillo: risposta alla desertificazione medica

Dopo le vaccinazioni antinfluenzali somministrate direttamente dal farmacista, la Francia si spinge oltre facendo diventare operativa, presumibilmente dall’inizio del secondo trimestre del 2020, la prescrizione farmaceutica su protocollo, introdotta con la cosiddetta Loi Santè dello scorso anno.
Nello specifico la “prescrizione farmaceutica”, consiste nella possibilità – nel quadro di un protocollo medico e di cooperazione definito con il medico curante e le strutture sanitarie e sulla base di un elenco di farmaci definito da un’ordinanza  ministeriale – che lo stesso farmacista possa “prescrivere” e dispensare in farmacia alcuni medicinali soggetti a ricetta, previa formazione  e osservando l’obbligo di fornire informazioni sistematiche al medico curante.
A confermare l’imminente attuazione dell’emendamento presentato dal deputato Thomas Mesnier, che ha voluto l’introduzione di questa possibilità per il farmacista, è stata la stessa ministra della Sanità francese Agnès Buzyn, spiegando che  le fasi propedeutiche necessarie per dare operatività alla norma sono in via di completamento e  sia la definizione dell’elenco dei farmaci che potranno essere oggetto di dispensation protocolisée sia le condizioni di formazione per i farmacisti  “saranno pubblicati nel marzo 2020”.

Decisione, questa, che ha sùbito prodotto reazioni anche nel nostro Paese. Per Gianni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo, “si rimane piacevolmente colpiti da questa sperimentazione prima di tutto perché è la conferma, da parte delle autorità sanitarie francesi, di quanto sia importante la presenza delle farmacie in modo diffuso e uniforme sul territorio, ma anche di come questa rete possa supportare il sistema sanitario in risposta alla domanda di bisogni primari. La carenza di medici e l’emergenza cronicità creano contestualmente condizioni critiche di assistenza cui le farmacie, in determinate condizioni e con regole chiare e precisi vincoli, possono fornire soluzioni”.
In secondo luogo, per Petrosillo,  “è ammirevole l’approccio sinergico fra medici e farmacisti nella gestione del paziente cronico, in analogia con il nostro Piano per la cronicità e la normativa della Farmacia dei servizi, a riprova che questa è attualmente la migliore risposta alla gestione territoriale del paziente cronico, per il quale la farmacia può rivestire funzioni di riferimento e coordinamento. Abbiamo in sostanza – aggiunge Petrosillo - nei due Paesi problemi sovrapponibili a cui corrispondono tentativi di riprogrammazione dei servizi sanitari nazionali, incentrati anche sulla valorizzazione del ruolo della farmacia. La immagino – conclude – come una gara virtuosa in cui spero vincano tutti, primi fra tutti, i cittadini che come dicono i sondaggi francesi attendono le risposte proprio dalle farmacie”. Da una  rilevazione pubblica condotta lo scorso anno dall’Ordine dei Farmacisti francese, infatti, è emerso che l’80% dei cittadini sarebbe favorevole alla prescrizione in farmacia.

L’iniziativa francese arriva proprio in risposta al fenomeno della “desertificazione medica”, che lascia molte comunità del Paese, soprattutto nei centri più piccoli e isolati, privi della presenza del medico.  Il ministro Francese ha chiarito che la dispensation protocolisée sarà inizialmente possibile per due patologie, cistite e dolore acuto alla gola negli adulti e potrà essere effettuata sulla base dei protocolli di cooperazione “soggetti all’Haute Autorité de Santé” e attualmente allo studio dell’alto organismo.
 
 

fonte:

Federfarma

 
 

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